di Stefania De Michele
“Se cerchi il buono, spesso trovi anche il bello”. E’ il caso della haute couture à la carte, che ci arriva dalle ultime suggestioni della Maison Gattinoni
La collezione per la Primavera-Estatetrae ispirazione dal cibo: l’abito come nutrimento, una prelibatezza per i palati che cercano l’eccellenza. Il mondo fashion si fonde dunque con il food. Lo stilista, come uno chef stellato, miscela sapientemente tessuti, ricami, materiali e tagli. Un mix con pochi precedenti. Una ricetta che, tra acrobazie sartoriali e geometrie gustose, è pronta a vestire una donna raffinata con esuberanza. La proposta è tra le più chic&choc: biscotti e salatini che si ricamano sulle scollature, pane che abbellisce i copricapi extra large a falde larghe. Gli uncinetti in serigrafia e le lavorazioni a filet rimandano ai pranzi letterari del ‘Gattopardo’, mentre in alcuni modelli le ruote delle gonne richiamano gli origami jap, l’arte con cui si piegano i tovaglioli in forme inconsuete. Anche le nuance raccontano di vestiti da gustare, al colore del ribes o della cannella, del nero liquirizia e del rosa fragola. Gli accessori non tradiscono la tendenza: orecchini e parure di girasoli cinetici, collier fourchette in platino, bracciali di pane con pietre dure. Come dice Guillermo Mariotto, direttore creativo della maison, ‘fusion è fashion’. Merita una citazione la moda etica di Cangiari, brand calabrese di fascia alta. Tra l’Aspromonte e lo Jonio, la Locride ribadisce che ciò che è buono è anche bello: capi tessuti a mano in lana bio e ginestra, seta cruelty-free con i bozzoli lavorati salvando il baco (il tessuto che ne risulta è più lucente e morbido), abiti di foggia bizantina, realizzati dalle tessitrici mettendo in moto gli antichi telai. Lo splendore dell’et(n)ico italiano.