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Sto imparando a perdonare

di Emanuela Kalb


Soprattutto me stessa. Per essere stata così rigida e perfezionista con la mia natura che è – invece – selvaggia, scalza, spettinata

Tra qualche giorno saranno sei mesi.
 Sei mesi di percorso mentale, fisico, spirituale.
 Sei mesi in cui ho fatto la conoscenza più profonda di quella persona con cui vivo dalla nascita. Me stessa.
 Eravamo già abbastanza legate, ma questi sei mesi sono stati di profondo ascolto, di amore, di accettazione.

Non c’è stato un solo momento, in questi sei mesi, in cui abbia provato rabbia. Un po’ di malinconia, a volte. Un po’ di sconforto, quando unito alla stanchezza. Ho conosciuto le siologiche oscillazioni d’umore nell’elaborazione del lutto accogliendole e guardandole passare, provando a non giudicarmi per non essere stata sempre così forte come avrei voluto.  Ma non mi sono mai sentita una vittima, una sfortunata, una da “perché proprio a me”. E perché no? E perché qualcun altro dovrebbe “meritarlo” più di me?

Non ho mai creduto a punizioni divine. A un’ipotetica funzione retributiva del karma. Ma credo e vedo l’insegnamento in tutto ciò che manifesto nella mia esistenza. Come diceva qualcuno: tutto l’Universo obbedisce all’Amore. Tutto ciò che accade è l’opportunità di imparare qualcosa, anche quando sembra eccessivamente duro, quando sembra inaffrontabile, c’è un senso. C’è.
E c’è di peggio, insomma.

Tipo vivere una vita che non si sente come propria. Per accontentare gli altri o non ferirli, per esempio. Come se fossimo noi i responsabili della felicità (o dell’infelicità) altrui.  Tipo non riuscire a godere del qui e ora. Tipo non imparare assolutamente nulla e continuare a girare a vuoto nelle stesse dinamiche.
Tipo essere prigionieri di non-scelte o di scelte condizionate da sensi di colpa, paura, aspettative.

Non credo all’inferno nella sua rappresentazione Dantesca, ma tutto quello che è ripetitivo, stagnante, senza la minima possibilità di passare al livello successivo è quanto di più vicino all’inferno io mi possa immaginare.

In questi sei mesi ho imparato a fare esattamente ciò che io voglio. Che talvolta coincide con qualcosa che vogliono anche gli altri, ma è incidentale.

Ho imparato ad ascoltare la mia voce, sempre, in ogni circostanza.
Ho imparato a leggermi con più attenzione e a leggere meglio gli altri.
Sto imparando a dare equilibrio alle mie giornate, dividendo e bilanciando il tempo per il lavoro con quello per me e per le persone che amo.
Sto imparando a lasciar andare le mie aspettative, ma anche quelle che gli altri potrebbero avere nei mie confronti.
Sto imparando a lasciar andare l’attaccamento. Per cose, persone, situazioni.
Sto imparando ad accogliermi e ad accogliere.

Sto imparando a perdonare.
Soprattutto me stessa. Per essere stata così rigida e perfezionista con la mia natura che è invece selvaggia, scalza, spettinata.  Tra pochi giorni saranno sei mesi di ritorno alla vita. Piena, dolce, gustosa.

Sei mesi di me che, da allora, rinasco ogni giorno.


Emanuela Kalb • Storyteller from the stars • www.emanuelakalb.com