Cerca un articolo

Cantina del Forte, magie infinite

di Mario Frongia


Qualità sopraffina, etichette di qualità e tradizione, menu che sorprendono, un pool di chef stellati. “Gli Eventi sono un must per l’ospite internazionale” spiega Maurizio Oneto, cost control del Food and beverage al resort a cinque stelle di Santa Margherita di Pula.

Al Forte Village va così. Tra ricerca e qualità, professionalità e team collaudati. Con una filosofia che non tollera sbavature: il meglio dell’enogastronomia per un ospite a cinque stelle. La Cantina del Forte regala emozioni forti. Imperdibili. Ma anche diverse e trasversali: ventuno ristoranti, uno chef executive, Paolo Simioni, un vice, Giuseppe Bissacot, e quindici chef che nutrono sogni e bisogni. Ma non è tutto. Il resort – che da sedici anni fa incetta di riconoscimenti e oscar internazionali dedicati alle strutture d’eccellenza nell’hotèllerie extralusso – ospita oasi stellate e maestri del gusto: Gordon Ramsay, Rocco Iannone, Carlo Cracco, Giancarlo Perbellini e Antonello Arru. Senza scordare l’approdo del re delle spezie, Alfons Schuhbeck. A farla breve, il passato, il presente e il futuro dell’alta cucina. Tra innovazione e riscoperte gastronomiche, scelte accurate delle materie prime e un mix di intuito e fantasia. Al Forte (Village) il talento vale oro. Maurizio Oneto – cost control manager del settore Food & Beverage diretto da Nicola Migheli – è meccanismo centrale del resort nel costruire degustazioni indimenticabili. Da nove anni la struttura guidata da Lorenzo Giannuzzi punta sugli eventi speciali. “La nostra Cantina per tre giorni alla settimana ospita uno chef stellato, lo abbina a un’azienda vinicola ricavandone esperienze che l’ospite gradisce. Parliamo di serate interattive: il proprietario o l’enologo della cantina di cui si degustano i vini, sta al tavolo con i clienti magari assieme allo chef che spadella la pasta “live” e racconta.


Quell’impalpabile magia che unisce l’uomo

agli aromi della vita. Il vino, i suoi colori, la tradizione

e il gusto: passioni che cavalcano felicemente la storia.

E si perdono negli abissi del piacere.


Passo indietro. Qual è la carta della Cantina?

Contiamo circa 380 diverse referenze e più di ottomila bottiglie. Tra queste, sono in ascesa i vini sardi. Per il resto, la fanno da padrona le etichette piemontesi e toscane. Abbiamo anche una vasta gamma di vini francesi e un’ottantina di champagne.

Nel dettaglio, quali sono le proposte per un ospite sempre più esigente?

Variate e meditate a lungo di stagione in stagione. Ad esempio, i grandi francesi di Bordeaux e Borgogna. Per i primi abbiamo i Premier Cru, tra cui, Margaux, Haut Brion, Lafite e Mouton Rotschild per i secondi i Grand Cru tra cui Pommard, Clos Vogeout, Echezeaux, Chambolle Musigny e Chambertin. Più i bianchi di Chablis e i più importanti  Montrachet. Tra i vini regionali che conquistano sempre più attenzioni ci sono il Turriga degli Argiolas, lo Sciala di Vigne Surrau, il  Terre Brune di Santadi e i bianchi di  Capichera.

Un parterre di stelle. Magari non è elegante ma il lettore potrebbe chiedersi quanto spende?

La nostra wine list ha un ampio ventaglio di prezzi. Diciamo che si trova un Barolo o un Brunello da 80 euro fino al Biondi Santi d’annata che ne costa 400. Anche tra i vini francesi si parte da un centinaio di euro fino al Petrus,  Romaneè Conti che arriva a sei, settemila euro a bottiglia.

Oneto, versiamoci una coppa di champagne. Da dove si parte?

Tra le ottanta etichette, troviamo le intramontabili Moet & Chandon, Veuve Cliquot, Ruinart e Pommery con i loro Brut base siamo intorno ai cento euro. Ma per Cristal, Dom Perignon enoteque, Krug Clos D’ambonnay e Clos du Mesnil, se parliamo di annate particolari come il ’64, ’71 o ’90, si arriva a spendere da tremila a cinquemila euro a bottiglia. Con i Magnum e Jeroboam di questi particolari champagne arriviamo anche a cifre superiori.

Torniamo agli Eventi in Cantina. Qual è la dinamica?

Proponiamo serate a numero chiuso con 30 coperti. Il valore aggiunto è l’ambiente speciale e l’intimità che si crea tra proprietario dell’azienda vinicola, chef e ospite. Si va oltre il concetto di degustazione d’eccellenza. L’enologo si sofferma al tavolo. Le portate sono accompagnate da vini differenti. È un angolo diverso e suggestivo. Per esaltare le delizie del palato.

Il Forte ha una clientela russa, araba, anglosassone, mediorientale, statunitense. Cosa li sorprende?

Un menù diverso, fresco e nuovo, la riservatezza, la cura dei dettagli, il fascino della nostra Cantina e la professionalità del team. Prendiamo gli ospiti per la gola, li sorprendiamo come in nessun altro ristorante al mondo.

Citazioni particolari?

Lo staff, i maitre, il sommelier Sofia Carta. E gli chef stellati che si sono uniti a noi in questa sfida. Tra questi, Davide Oldani con la Cipolla caramellata, grana padano 27 mesi caldo e freddo abbinato alla Pommery, oppure il due stelle Michelin Franck Reynaud che ha proposto Piccione alla liquirizia, dadini di mango verde e lenticchie abbinate ai vini della cantina Balan, mentre Alfio Ghezzi ha cucinato il Canederlo di fregola, broccoli e vongole con la partnership della Cantina Ferrari, infine, Massimiliano Mascia con l’Uovo in raviolo San Domenico con parmigiano dolce, tartufo di stagione e burro di malga nocciola, sposato ai vini Castellare di Castellina. Chef e proposte che variano da una stagione all’altra.

Insomma, vere esperienze gourmet.

Irripetibili, direi.