di Stefania De Michele
Nuovo lavoro del fotografo e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra, Marco Delogu
Isola nell’isola, terra di forti contrasti alimentati dalla bellezza sublime del paesaggio e dall’alterità fredda delle strutture sanitarie e detentive che nel corso di oltre un secolo ne hanno ridisegnato gli orizzonti, l’Asinara è la protagonista del nuovo lavoro del fotografo e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra, Marco Delogu: 25 opere che saranno in mostra negli spazi della Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta 2 a Cagliari, sino a fine febbraio 2018. Scrive l’artista, Marco Delogu: “Il progetto ha previsto un lavoro di ricognizione sul paesaggio “notturno”, sotto la luce della luna dell’isola. Con la prima luna d’Agosto, l’Asinara è stata percorsa alla ricerca di una sua identità profonda, le poche costruzioni, la natura interna e il mare”. “Asinara” è la naturale evoluzione della ricerca artistica di Marco Delogu, da sempre impegnato sul tema dei ritratti di gruppi di persone con esperienze o linguaggi in comune. Negli ultimi anni, i suoi progetti si sono maggiormente concentrati sulla natura nelle differenti declinazioni di un’attenzione che si sposta dall’uomo a ciò che lo circonda. “Con la sua opera, Delogu ci restituisce la storia di un luogo che ha un peculiare legame di appartenenza con la Sardegna e che si presta, dunque, anche quale spazio simbolico e di riflessione rispetto al nostro patrimonio identitario, i cui orizzonti interpretativi inevitabilmente mutano in funzione della luce (o dell’ombra) con cui li osserviamo”, sottolinea Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna. La mostra “Asinara” è accompagnata dalla pubblicazione di un volume con le opere fotografiche di Marco Delogu affiancate dai testi dello scrittore Edoardo Albinati, vincitore del Premio Strega 2016. L’Asinara si nutre dei suoi contrasti: paradiso naturalistico dall’orizzonte infinito e, nella stessa misura, in passato, anche luogo di ‘esilio’ per i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che nell’isola hanno soggiornato per ragioni di sicurezza durante la stesura della requisitoria del Maxiprocesso. L’Asinara è stata lo spazio di detenzione dei mafiosi Totò Riina, Leoluca Bagarella, Raffaele Cutolo e di molti dei più efferati terroristi che hanno segnato la storia d’Italia del nostro secolo, ma è adesso soprattutto il sottilissimo lembo di terra che nel punto più a nord dell’isola separa i due mari che bagnano l’Asinara, a oriente e occidente: “il mare di dentro”, dalle acque poco profonde, miti e accoglienti, e “il mare di fuori”, dalle correnti violente, che rapidamente precipita in profondità vorticose e turbolente. “Due mari che all’ombra del faro di punta dello Scorno, e alla luce della luna, sembrano quasi incontrarsi, ma che sono destinati a congiungersi solo altrove, al di là dell’isola.” La mostra è visitabile gratuitamente, tutti i giorni dalle 10 alle 19, presso la sede cagliaritana della Fondazione di Sardegna.