di Giuseppe Carrus
Vicecuratore Vini d’Italia del Gambero Rosso
Sono le due tipologie che si consumano di più durante le feste di fine anno. Iniziare con una buona bollicina e finire con un ottimo vino passito da meditazione è comune a tante famiglie sarde.
Ma qual è l’offerta della nostra regione riguardo queste due tipologie? Le bollicine sarde e i passiti isolani hanno qualcosa da invidiare ai rispettivi vini nazionali?
Partiamo dalle bollicine. Sono ormai sdoganati i tempi in cui gli spumanti venivano fatti soprattutto nel nord Italia; sono diverse le etichette (buone) che troviamo al Sud e anche la nostra regione si difende bene. Da sempre abbiamo prodotto vini metodo charmat (quindi rifermentati in autoclave) da uve aromatiche, a partire dal Moscato di Tempio. Ma sempre più spesso rifermentiamo con l’utilizzo del metodo classico, quindi con la fermentazione in bottiglia, come da sempre si è fatto in Champagne, in Franciacorta o a Trento, giusto per citare alcune grandi zone spumantistiche. I vitigni autoctoni giocano sempre il loro ruolo da protagonisti a partire dal cannonau e il vermentino. La viticoltura gioca un ruolo fondamentale prima ancora del lavoro in cantina. Si scelgono esposizioni adeguate, terreni ideali ed è importantissimo il periodo vendemmiale. Solo così si ha una buona base da spumantizzare. Poi ci vuole tanta maestria in cantina. Maestria, ma anche pazienza per determinare il periodo perfetto per cui avremo una bollicina deliziosa. Sul fronte dei vini passiti partiamo avvantaggiati. Da tempo la Sardegna è culla di vitigni aromatici ideali per vini dolci o da meditazione (il grande Gino Veronelli amava chiamarli così) e, nonostante il loro consumo non sia più ai livelli di un tempo, la qualità è salita tantissimo e ora possiamo vantare alcuni tra i vini dolci più buoni d’Italia. Ci fa piacere segnalarvi quattro etichette, non sono per forza le più buone ma ci sembrano quelle che vanno verso una giusta direzione di territoriale e bevibilità.
Latinia ’11 Cantina di Santadi • È un passito da uve Nasco coltivate nelle Valli di Porto Pino. Subisce un lungo affinamento in botte che determina, a fronte dei profumi aromatici primari, una bella complessità tutta giocata su note terziarie di frutta secca, tabacco dolce, spezie, scorza d’arancia candita e miele di castagno. In bocca è dolce, ma la tanta sapidità garantisce equilibrio e buona beva. Fi-nale lunghissimo e pulito, sempre fresco.
Vermentino di Gallura – Spumante Brut Vigne Surrau • Da diversi anni l’azienda gallurese Surrau elabora due spumanti metodo classico, uno ottenuto da uve cannonau, uno da uve vermentino. Quest’ultimo ha profumi di fiori bianchi, frutto esotico e non manca un pizzico di sentore di erbe aromatiche anticipati da un perlage fine e persistente. Il palato è ricco, cremoso, fresco e dinamico, non manca una bella sapidità che rende il sorso piacevole e vibrante.
Passentzia ’12 – Famiglia Orro • Cantina, fattoria didattica, produzione di olive, creme, sottoli. La famiglia Orro è tutto questo e ciò viene fatto seguendo la più profonda tradizione del territorio. Due i vitigni coltivati. Nieddera e Vernaccia di Oristano: quest’ultimo è utilizzato nel Passentzia che vi proponiamo. È frutto di uve appassite e ciò comporta un residuo zuccherino che lo rende dolce e avvolgente. Al naso spiccano le note di scatola di sigaro, cedro, canditi e frutti bianchi, mentre al palato la sapidità contrasta al meglio la dolcezza. Da provare.
Q Metodo Classico – Quartomoro • Piero Cella è l’enologo che ha dato vita al progetto Quartomoro. Progetto che punta tutto sulla valorizzazione di vitigni autoctoni e di vigne vecchie sparse nell’Isola. Uno dei primi vini prodotti è il Q, metodo classico da uve vermentino. È una bollicina ricca, dal naso complesso che profuma di agrume candito, erbe aromatiche e frutto a pasta bianca. In bocca è avvolgente, sapido, cremoso. Una bollicina perfetta non solo come aperitivo, ma ideale a tutto pasto.